Miscel-Azione: dall’acqua al Nero con il sake italiano.
Benvenuto al primo sake italiano al mondo per il quale la miscelazione è origine ed espressione.
2 maggio 2019
Due atomi di idrogeno legati a uno di ossigeno ed ecco la miscelazione -chiamatelo pure miracolo- che unisce chimica e poesia: una molecola d’acqua.
Acqua che scorre, che non si ferma mai. Acqua la cui selvaggia e multiforme natura può portare vita, rivelandosi madre generosa e accudente, solo se la si conosce profondamente e la si rispetta, riconoscendole quel potere che miscela prosa e lirica, scienza e alchimia, meccanica e anima, ma non solo. Perché quando Chivasso, Vercelli e Torino, i fiumi Po e Dora, l’Oriente e l’Occidente del mondo, la montagna e la pianura, gli aironi e gli ibis sacri si fanno idealmente colori, miscelandosi essi creano il nero. Un nero unico e speciale, meraviglioso nella sua pura identità e capace di essere accogliente sfondo sul quale brillano le peculiarità degli elementi che gli danno vita.
Stiamo parlando di quella Chivasso in cui il Canale Cavour, attraverso l’azione di acquaioli e navilanti -che sì che ne sanno di acqua, tanto da interagire con essa attraverso i sensi prima che con la tecnologia-, alimentato dal concerto stagionale di Po e Dora fatti anche di montagna e pianura, inizia il suo viaggio verso le risaie di Vercelli dove nasce un riso nero speciale, il Penelope.
Stiamo parlando di quella Torino che con la sua tradizione birraia e vermoutiera si fonde con le altre due città in un liquido evoluto, ispirato alla tradizione giapponese millenaria del nihonshu, traducendola in un linguaggio potentemente innervato di territorialità piemontese, pieno di visionarietà, pionierismo e coraggio, suscitati dal suono dell’acqua che scorre per poi riposare nelle risaie, dove è possibile incontrare aironi autoctoni e ibis sacri alloctoni.
Autentiche meraviglie della miscel-azione…
Nera è la notte che libera l’espressività dell’inconscio e partorisce i sogni, nero è il vello della pecora che sa distinguersi -e per questo ad alcuni fa paura-, nero è il riso Penelope che dà vita al primo sake italiano il cui nome è…Nero.
Ora, diteci: trascendendo i rispettabili tecnicismi e giungendo nella terra della creatività, non è il nero un colore a tutti gli effetti e non è esso ricco, sfaccettato, seducente? E, tradotto nel sake che ne prende il nome, non è una chiave di volta per un’innovativa vivace ed elegante miscelazione di spiriti (in ogni senso)? Unione di spirits di eccellenza in cui, attraverso i gesti di chi sa renderli uno zootropio da bere, il nero del Nero, toccando i colori degli altri ingredienti, ammanta questi di un’ombra sottile ed elegante come seta d’oriente e, legandosi ai sapori, crea sinfonie che il senso del gusto vive come nuove esperienze, nuovi stimoli e inedite emozioni. Miscelazioni che sanno persino accompagnare un pasto, declinandosi in sapori differenti, cangianti, versatili, ora secchi, rettilinei, sottili, maschili, ora opulenti, fruttati, sfaccettati, caleidoscopici, provocatori, irriverenti.
Tutto questo è stato il press tour al quale abbiamo partecipato giovedì 2 maggio, dedicato a Nero, il sake italiano di Vercelli, rivelatosi una miscelazione di stimoli e sensazioni.
Dall’edificio di imbocco del Canale Cavour a Chivasso, monumento di mattoni e granito con una struttura che sembra la materializzazione di una visione di De Chirico che si fa tempio dell’acqua, alle rilucenti risaie di Vercelli. Dal ristorante Diqui della stessa città, suggestivo spazio multifunzionale dedicato alla celebrazione del territorio attraverso cucina e arte, a Palazzo Buronzo di Asigliano nel quale ho mixato il Nero con estratti e botaniche, fino alla sede de Gli Aironi.
L’acqua e la sinfonia metaforica del nero ci hanno accompagnato facendoci scoprire legami e percorsi di intelletto e creatività, fatti di realtà differenti che ora convivono in un prodotto innovativo.
Ringraziamo quindi quanti ci hanno accolto, ospitato, istruito e accompagnato: Stefano Bosco, Ombretta Bertolo de l’Associazione di Irrigazione Ovest Sesia, Massimiliano Borgia, Gabriele Conte de Gli Aironi, il ristorante Diqui di Vercelli, Davide Pinto, Affini ed Evho che, con Gli Aironi, sono i fautori di Nero – Sake di Vercelli, oltre agli amici, conosciuti e nuovi, che ho incontrato.
Vi lasciamo con una riflessione: per consentire a sogni e visioni di esprimersi in tutta la loro potenza, chiudiamo sempre gli occhi. Prima che le immagini si palesino, parlando della nostra più intima essenza, quando il campo è sgombero, puro e pronto ad accogliere la fantasia, non “vediamo” altro che…nero.